sabato 10 dicembre 2011

Psicopatologia della comunicazione genitoriale

E' assodato in ogni manuale di psicologia e pedagogia che la modalità che influenza maggiormente la personalità del bambino è l'esempio dei genitori.
E senza tanti studi c'erano arrivati molto prima anche i nostri vecchi nonni, analfabeti ma saggi, quando hanno definito col buon senso che “Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare” oppure, più esplicitamente “Si predica bene e si razzola male”.

Questo vuol dire che un figlio assimila dall'esempio dei genitori le modalità che poi lui stesso utilizzerà per affrontare la vita, in modo più o meno adeguato o patologico.
Quindi quando i figli sono troppo insicuri, silenziosi o aggressivi, proviamo a fare un esame di coscienza. Ci sono ovviamente le influenze esterne, ma il modello di comunicazione utilizzato dai genitori ci ha la sua parte.

Vediamo qualche esempio

Caso dell'esempio negativo esplicito, diretto
Se un padre si comporta in modo platealmente inadeguato (violento, alcolizzato, puttaniere) i figli: vedono, introiettano e poi crescono con maggiori insicurezze che possono portare a varie forme di disturbo di personalità.
Conseguenze
In questo esempio, se non intervengono ulteriori fattori aggravanti, le vie di crescita sono,generalizzando, di due tipi:
  • figli insicuri che si autoimpongono di non essere come il genitore di cattivo esempio
  • figli insicuri che diventano come il genitore di cattivo esempio (violenti, alcolizzati, puttanieri). Sui manuali di psicologia si chiama identificazione con l'aggressore.
Il che porta, se il meccanismo non viene fermato, alla perpetuazione del comportamento generazione dopo generazione, con danni enormi sul livello di benessere della popolazione globale. Ci sono infatti gli effetti negativi a catena che influenzano non solo gli attori diretti dell'esempio, ma gradualmente tutti coloro che col tempo si trovano ad avere a che fare con gli attori indiretti e indiretti. In spiccioli, avere a che fare con una persona violenta, alcolizzata o puttaniere non grava solo sui figli, ma anche sui vicini di casa, su coloro che si troveranno a lavorare con questi figli, sia che siano del tipo insicuro e basta che di quelli che si sono identificati col genitore aggressore.

Caso dell'esempio negativo implicito, indiretto
La situazione più dannosa è però quella del genitore che da una parte tende a dare una immagine di sé positiva, ma in realtà poi nega questo con le parole o piccoli gesti .
Questo perché l'esempio negativo esplicito fa soffrire, mentre l'esempio negativo implicito crea confusione in chi lo riceve.
Come abbiamo visto, dalla sofferenza se ne si può uscire al 50% con qualche insicurezza e al 50 % diventando come il genitore. Nel caso dell'esempio negativo implicito, cioè negato dal genitore, se la confusione così creata viene protratta per lungo termine la conclusione può essere la perdita della salute mentale da parte del figlio.
La psicologia ha studiato questo modello fin dagli anni 40 e 50 del secolo scorso, fino alla sintesi nella teoria del Doppio Legame (Bateson), o della Madre Schizofrenogena (la focalizzazione del ruolo materno è dovuto alla particolare tipologia de nucleo familiare tipico degli anni '50, per cui oggi il modello, visto notevole cambiamento dei rapporti sociali intrafamiliari, può essere ritrovato anche nella figura paterna.
Vediamo qualche esempio
La madre dice “Ti voglio bene” e poi quando il figlio tenta di darle un bacino si ritrae con un gesto di stizza.
Oppure, al contrario, la madre picchia il bambino e poi dice “Quanto sto male io psicologicamente a fare queste cose per il tuo bene” e intanto allontana da sé il figlio.
Vale anche quando un fratello ruba la caramella all'altro che piange, la madre interviene e mentre vede uno dei due figli che sta mangiando ancora la caramella dice: “Io sono una madre equa e la farò pagare a chi ha finora rubato” e poi, piangendo a sua volta, da un solenne scapaccione al figlio che sta piangendo perché gli hanno rubato la caramella.
Variante più ricercata di una situazione simile è quella in cui il figlio a cui è stata rubata la caramella e che si è preso lo scapaccione si sente alla fine dire dalla madre: “L'ho fatto per il tuo bene! E tu lo devi capire che è così!”.
Conseguenze
A cosa porta questo modo di comunicazione schizofrenogeno in merito alla salute mentale del figlio?
Dipende dal ruolo assunto dall'altro genitore e si possono prevedere tre linee di crescita del figlio:
  • Se l'altro genitore si mostra in grado di fronteggiare il comportamento negativo del coniuge e a bilanciarne gli effetti, il figlio crescerà con delle insicurezze, ma generalmente ancora in grado di costruirsi una vita adattativa
  • Se l'altro genitore assume un ruolo passivo verso il comportamento negativo del coniuge, la non occasionalità ti tale comportamento negativo può portare a seri problemi di salute mentale nel figlio. Se il figlio è portato a rivolgere verso di sé la rabbia così prodotta diventerà un paziente psichiatrico (da tossicodipendente a schizofrenico). Se il figlio è portato a rivolgere verso l'esterno la rabbia così prodotta diventerà una persona antisociale, cioè che non rispetta le norme sociali convenzionali.
  • Il caso meno studiato, in quanto finora per fortuna raro, è quando anche l'altro genitore dovesse assumere un comportamento che risulti al figlio negativo come esempio educativo. Si può in tal caso solo ipotizzare un effetto ancora più devastante che nel secondo caso.

Se conoscete qualcuno che si comporta così cercate di trovare un modo civile di fermarlo. Rivolgetevi ai Centri Pubblici di Salute Mentale, oppure a qualche specialista in privato. Ma fate in fretta perché i costi sono salati.

Costi
In entrambi i casi si hanno delle conseguenze negative a lungo termine sulla personalità dei figli così educati, ma anche sul sistema sociale generale che si troverà a dover sopportare costi emotivi elevati e a pagare costi economici elevati conseguenti ai comportamenti inadeguati di questi figli, quando saranno cresciuti: dal costo per curare condizioni di malattia cronica a lungo termine (farmaci, costo di costruzione di strutture, costo per il personale necessario alle cure ecc) al costo dei danni che queste persone possono arrecare alla società: dal danneggiamento di cose pubbliche e private (per es. treni devastati per andare alla partita) ai danni prodotti per comportamenti non adeguati alle circostanze (incidenti per guida in stato impulsivo o sotto effetto di sostanze) fino al costo di chi subisce furti, aggressioni di vario tipo ecc.
Una cosa è sicura. A pagare è per ora chiamato lo Stato, cioè chi paga le tasse, perché la legislazione attuale non prevede una responsabilizzazione di chi procura il danno iniziale.

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