WELFARE

Azzerare tutto il sistema dell'assistenzialismo a fini clientelari.


  • Basta: cassa integrazione (di ogni tipo), pensioni di invalidità, contributi per affitti onerosi, tessere dei poveri ecc. (e relativa burocrazia necessaria per gestirli)
  • Si raccongono tutti i fondi di spesa in un unico conto.
  • Nel caso ci sia bisogno di una integrazione si aumenta in modo adeguato l'ultimo scaglione dell'IRPEF oltre a recuperare da altre voci di spesa del bilancio statale (per esempio taglio mirato alle spese militari)

A questo punto un'unica regola!!!!!


  • quando un cittadino italiano non sa come campare (giovani in cerca di una prima occupazione introvabile, o disoccupati più stagionati che per l'età avanzata si vedono sempre preferire qualche giovane con contratto di apprendista)  si rivolge al suo comune e viene assunto part-time: 4 ore x 5 giorni a settimana per 600 euro al mese per una occupazione adeguata alle sue capacità e bisogni di orario (pulire marciapiedi, tagliare l'erba ai bordi delle strade, portare gli anziani a fare la spesa o esami sanitari, tenere i figli di chi lavora a tempo pieno...)

Vi sembrano pochi? Sono poco meno di un lavoro in una cooperativa o la cassa integrazione (circa 800). E poi sono garantiti a tutti e per sempre (non per pochi mesi), in una famiglia raddoppiano permettendo col part-time una maggiore possibilità di gestire i propri bisogni a partire dai figli.

I vantaggi sono  diversi:


  • l'essere occupati dà un senso di appartenenza oltre che a favorire una vita sociale sia per l'occupato che per chi usufruisce dei suoi servizi
  • non ci sarebbero più disoccupati
  • funzionerebbero molti servizi base (assistenza agli anziani nel disbrigo degli impegni quotidiani, assistenza capillare all'infanzia, pulizia dell'ambiente, piccoli lavori di manutenzione ordinaria...)

Gli svantaggi sono:


  • fine del sistema clientelare del cercare la raccomandazione del potente di turno (per raccimolare una elemosina poi non più consistente di molto)
  • i lazzaroni dovrebbero lavorare
  • i ricchi devono pagare

Se qualcuno non dovesse accontentarsi, il part-time e la flessibilità negli orari gli permettono o di svolgere altri lavori o di cercarne uno a tempo pieno.

Per quelli che invece non sono in grado di proiettarsi in un lavoro a tempo pieno e attualmente vivono delle bricciole dell'assistenzialismo, questa sarebbe una sistemazione più dignitosa (è sempre un lavoro, quindi il segno di una integrazione, di un certo livello di capacità personali) rispetto alla condizione di dover continuamente svilirsi per chiedere l'elemosina di turno.

Unici esentati, per cui va predisposto un fondo specifico (da costituire sempre ricorrendo a un adeguato aumento dell'ultimo scaglione dell'IRPEF), restano quei cittadini che una specifica commissione sanitaria riconosce non in grado di svolgere una qualsivoglia forma di occupazione anche semplice. A questi va corrisposta la stessa cifra senza richiedere l'impegno lavorativo.

Vi garantisco che per fortuna non sono molti quelli che non possono almeno prendersi cura di un paio di chilometri di marciapiede nel corso di un mese per tenerlo pulito dalle cartacce.

Nessun commento:

Posta un commento