lunedì 16 gennaio 2012

Sciopero o ferie?

La situazione di grave difficoltà economica dovuta alla crisi non da tregua e mentre il governo Monti si appresta a varare il decreto delle liberalizzazioni, stanno aumentando le voci di protesta da parte delle categorie colpite.

E' un gioco delle parti più che comprensibile che per alcuni aspetti mi vede anche dalla parte delle categorie colpite e critico verso il governo: perché partire con le liberalizzazioni dal basso (tassisti, benzinai) e non dall'altro (banche, assicurazioni)?

Ma per altri versi mi sento anche critico verso le categorie coinvolte nelle liberalizzazioni.
Certi discorsi sanno di un corporativismo poco comprensibile nei tempi in cui siamo.

Se viene aumentato il numero di licenze di taxi, ma queste vengono regalate ai tassisti in modo che siano loro a venderle rientrando in parte dalle spese subite al momento dell'acquisto della loro licenza, questo non mi sembra un attacco alla categoria.
E se poi con più licenze i tassisti guadagneranno un po' di meno, ma avranno anche un po' più di tempo da passare in famiglia. Inoltre per are il tassista ci vuole la licenza media, come un operaio, per cui come si fa a lamentarsi quando si finirebbe comunque per guadagnare più di un operaio?

Poi mi vien da criticare il modo non corretto di usare la lingua italiana, e mi riferisco al prossimo "sciopero" minacciato dai benzinai.
Niente da dire che questi protestino se pensano che sia giusto farlo, ma impariamo a dargli il nome giusto: serrata! Perchè è questo la chiusura per una settimana delle pompe di benzina.
Sciopero è quando non si va a lavorare per protesta e per questo non si viene pagati.
La protesta, forse anche legittima, dei benzinai non è uno sciopero, perché appena diranno le date ci sarà una corsa a fare il pieno, con relativi incassi. 
Così all'inizio della settimana di chiusura i benzinai avranno incassato in anticipo quello che avrebbero incassato nella settimana successiva in caso di mancata protesta.
Chiuduno ma non ci perdono economicamente.
Che protestino, ma imparino a dare il nome alle cose!

Almeno in rispetto dei loro pari titolo di studio, gli operai, che quando scioperano si vedono matematicamente ridotto il loro sempre più magro stipendio.

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