sabato 21 gennaio 2012

I nuovi senzatetto

Una recente ricerca descrive i cambiamenti che stanno avvenendo tra le persone che si rivolgono ai servizi per le persone senza fissa dimora.
Non solo i vecchi "barboni", ma persone che fino a poco prima avevano una casa e un lavoro e poi li hanno persi a causa della crisi sempre più profonda e nera.

Quello che sembra poco detto nella ricerca è il motivo di questo cambiamento.

Non è solo l'immigrazione di gente che non trova lavoro.

Sono anche italiani che fino a poco tempo prima il lavoro lo avevano, ma poi a causa della crisi l'hanno perso e a causa della mancanza di risorse personali, economiche e culturali, non riescono a ritrovare un lavoro.
Oppure anziani che con la pensione bloccata e il costo della vita che aumenta giorno dopo giorno non ce la fanno più a pagarsi l'affitto e le spese minime (dal riscaldamento alle varie bollette, dal mangiare alla benzina).
E i figli dove sono?

Una volta verso i 60 anni e dopo 40 di lavoro una paersona poteva arrivare allapensione e quindi iniziare a prendersi una cura maggiore dei genitori anziani.

Ma oggi si deve lavorare fino a 67 anni. E questi sette anni sono una infinità. 
Sono una infinità per il lavoratore che deve cercare di non farsi buttar fuori dal ciclo produttivo per le troppe assenza dovute a uno stato di salute che dopo i 60 anni non è più quello di un ventenne.
Sono una eternità per i genitori anziani che per questi 7 anni devono continuare ad andare dal medico e alle visite sanitarie da soli perché il figlio non li può accompagnare.
E se perdono qualche forma di autonomia devono pensare alla casa di riposo, perché il figlio, dovendo andare a lavorare, non può offrirgli l'assistenza continua di cui necessitano.

E così ci ritroviamo questi anziani a riempire le case di riposo o le mense per i senza fissa dimora.
E nei prossimi anni questo andamento non può che peggiorare viste le recenti scelte del governo dei tecnici.
Tanto a pagare non sono loro, ma la povera gente che vede il livello della qualità della propria vita peggiorare sempre di più.

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