sabato 26 novembre 2011

La verità sulle pensioni

I contributi dovuti
L’importo dei contributi ai fini pensionistici viene calcolato, in percentuale, sulla retribuzione lorda del lavoratore dipendente. Nella generalità dei casi, la percentuale globale è pari al 33%; di tale percentuale complessiva, 1/3 è a carico del lavoratore, 2/3 a carico del datore di lavoro.

http://www.epasa.cna.it/dipendenti.html

Facciamo un po' di conti.

Sono un lavoratore dipendente (operaio, inpiegata, cassiera) che guadagna 1.200 euro netti al mese.

All'incirca i contributi pensionistici in busta paga sono 180 al mese.

Per 13 mesi all'anno fanno un totale di 2.340 euro all'anno.

Moltiplicato x 40 anni di lavoro fanno 93.600. Mettici un minimo, ma proprio un minimo di interessi, e si arriva a 100.000 euro di contributi pensionistici versati dal lavoratore che guadagna 1.200 euro al mese.

Ma se il datore di lavoro ha nel frattempo rispettato la legge, ne avrebbe dovuti versare il doppio (200.000) per cui il nostro operaio si trova ad aver versato a suo nome alll'INPS 300.000 euro in 40 anni.

Se il nostro operaio avesse in tasca questi soldi li investirebbe in BTP decennali al 7% che fa 21.000 all'anno di interessi e, diviso 13 (calcoliamo anche la tredicesima) fa 1.615 euro netti al mese!!! Più del suo stipendio!!! E questo per l'eternità!!! Oltre a restargli un bel gruzzoletto.

Ma anche ad essere pessimisti  e pensando a un rendimento dimezzato (3,5%) si arriva comunque a oltre 800 euro al mese (sempre oltre al gruzzoletto).

A questo punto una domanda al nuovo ministro super esperto in pensioni:

Ma perché il nostro lavoratore deve continuare a lavorare (sempre che Marchionne se lo tenga a lavorare fino a 65 anni e oltre) quando ha già dato più che a sufficienza per pagarsi la pensione per l'eternità e non solo per il periodo di aspettativa di vita?

Cosa è questa panzana che i padri devono rinunciare ai propri diritti per aiutare i figli?

Chi lavora 40 anni si è pagato di più di quello che gli verrà dato come pensione!!! Perché questa frottola che ci vuole far pensare il contrario?

Mi viene un dubbio.

Il lavoratore i soldi li ha versati, ma se non ci si riesce a pagargli la pensione non è che i suoi soldi versati mese per mese nel frattempo non siano sui conti INPS?

E allora dove sono finiti?

Il ministro super esperto in pensioni ci può rispondere?

2 commenti:

  1. Questo ragionamento sembra filare, sembra, ma è un fatto che i contributi versati all'INPS, sono girati interamente per pagare le pensioni esistenti. Mi spiace per la teoria esposta ma ma la base del ragionamento è sbagliata.
    ciao
    Claudio

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  2. Non è la base del mio ragionamento ad essere sbagliata (dato che si basa sun un ragionamento matematico). Ad essere sbagliato secondo me è proprio che i nostri contributi siano utilizzati per mantenere chi attualmente è in pensione. Se questo succede vuol dire che chi è già in pensione non ha pagato abbastanza contributi per la propria pensione e si prosciuga i nostri. Questo non è giusto! Chi è andato in pensione dopo 19 anni 6 mesi ed 1 giorno di lavoro a 40 anni e si prende 40 anni di pensione, non si paga la pensione con i propri contributi, ma si frega i nostri. Che se ne ritornino loro a lavorare, che sono 20 anni che sono in pensione e hanno 5 anni più di me che mi tocca lavorare fino, ed oltre, i 65 anni (47 di contributi per la cronaca, e non 19).

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