sabato 17 marzo 2012

Chi paga?

Sono giorni di febbrili trattative tra governo, sindacati e confindustria per definire la nuova riforma del lavoro (art.18 o meno).
Non entro nel merito se la riforma in discussione sia giusta o meno.
Mi chiedo solo una cosa pratica: si parla di "paccate" di miliardi di euro e, visto il lievitare del ricorso alla cassa integrazione chissà se mai basteranno, ma chi paga tutto questo?

Perché questo è il punto.
Gli industriali dicono che aumentano i loro costi e non ci stanno.
I sindacati dicono che vogliono una robusta copertura degli amortizzatori sociali altrimenti non ci stanno.
Il governo promette una "paccata" di miliardi ma chiede l'abolizione di fatto dell'art.18 o non ci sta.
Ma se gli industriali non pagano, i sindacati vogliono tanti soldi e il governo ce li mette incambio dell'abolizione dell'art.18, chi ne pagherà le conseguenze.
Di sicuro i lavoratori per l'aumento della loro licenziabilità appena non saranno più competitivi (cioè dai 50-55 anni in su).
E i costi sociali? Dove andrà a prendere i soldi il governo se non farà pagare agli industriali come non ha fatto pagare alle banche?
Non ci sono tante soluzioni:
o non ce li mette (e pagano i lavoratori licenziati e non aiutati)
o aumenta le tasse (o l'iva) (che pagano i lavoratori dipendenti)
o usa i contributi che i lavoratori dipendenti pagano mensilmente sotto la voce "contributi pensionistici" (ma allora fra poco si scoprirà che non ci sono i soldi per pagare le pensioni e si arriverà a una nuova riforma delle pensioni con una prevedibile abolizione delle stesse)

Insomma, comunque vada a pagare saranno sempre i soliti lavoratori dipendenti!!!

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